NASA, operazione SWIM: droni sottomarini alla ricerca di vita extraterrestre
NASA, operazione SWIM: droni sottomarini alla ricerca di vita extraterrestre. l’Agenzia spaziale statunitense ha lanciato una nuova sfida nell’ambito dell’esplorazione spaziale: lo sviluppo di UAV subacquei per studiare gli oceani nascosti di mondi alieni.
Questo ambizioso progetto, chiamato SWIM (Sensing with Independent Micro-swimmers), punta a spingersi oltre le frontiere dell’ignoto, con l’obiettivo di sondare ambienti subacquei alla ricerca di possibili tracce di vita.
Tra le destinazioni più promettenti, spicca l’oceano sotto la superficie ghiacciata di Europa, la luna di Giove.
Dai cieli di Marte alle profondità di Europa
Il percorso che ha portato la NASA a concepire droni sottomarini è stato segnato da successi tecnologici importanti. Ingenuity, il piccolo elicottero che ha volato su Marte, ha dimostrato che l’uso di droni in ambienti extraterrestri è fattibile, anche in condizioni atmosferiche estreme.
Il successo ha aperto la strada a Dragonfly, un progetto ancora più ambizioso: un drone progettato per esplorare la superficie di Titano, la più grande luna di Saturno.
Dragonfly sarà molto più avanzato e costoso rispetto a Ingenuity, e permetterà di condurre missioni scientifiche complesse in un ambiente caratterizzato da un’atmosfera densa e ricca di composti organici.
Parallelamente, la NASA sta puntando a un’altra frontiera inesplorata: l’esplorazione sottomarina su altri mondi. I droni sviluppati nell’ambito del progetto SWIM sono progettati per immergersi in oceani extraterrestri, dove potrebbero trovare indizi cruciali sulla presenza di vita aliena.
L’obiettivo: l’oceano nascosto di Europa
Europa è al centro delle attenzioni degli scienziati. Studi recenti suggeriscono che, sotto una spessa crosta di ghiaccio, esista un vasto oceano di acqua salata, un ambiente potenzialmente favorevole allo sviluppo della vita.
La sonda Europa Clipper, lanciata recentemente da un razzo SpaceX Falcon Heavy, raccoglierà dati preziosi su questa luna, gettando le basi per future esplorazioni subacquee. I droni sottomarini di SWIM rappresentano un tassello fondamentale di questo piano ambizioso.
Come funzionano i droni SWIM
I droni progettati dalla NASA per SWIM formano uno sciame capace di operare autonomamente nelle profondità marine. Equipaggiati con sensori avanzati, questi piccoli robot possono rilevare segnali chimici e variazioni di temperatura, muovendosi in modo coordinato per scandagliare vasti volumi d’acqua.
I prototipi attuali, realizzati con materiali stampati in 3D, sono già stati testati in condizioni controllate. Ogni drone, lungo circa 42 centimetri e pesante 2,3 kg, è dotato di eliche e pinne che consentono manovre precise. L’obiettivo, tuttavia, è miniaturizzare ulteriormente questi dispositivi, riducendone le dimensioni fino a 12 centimetri.
Un aspetto chiave sarà la comunicazione: i droni utilizzeranno segnali acustici senza fili per coordinare le operazioni e trasmettere dati. Simulazioni al computer hanno mostrato che uno sciame di droni potrebbe esplorare fino a 86.000 metri cubi di acqua in poche ore, rilevando parametri come temperatura, pressione e conducibilità.
NASA, operazione SWIM: le sfide da superare
Nonostante i progressi, restano diversi ostacoli tecnologici.
Una delle sfide principali sarà perforare la crosta ghiacciata di Europa, che può essere spessa diversi chilometri. È possibile che vengano sfruttate spaccature naturali nel ghiaccio, ma saranno necessari ulteriori sviluppi per affrontare condizioni così estreme.
Anche la durata delle batterie, attualmente limitata a circa due ore, dovrà essere migliorata per permettere missioni più lunghe e approfondite.
Il futuro dell’esplorazione
L’esplorazione degli oceani alieni rappresenta una delle frontiere più affascinanti della ricerca spaziale.
Dopo aver dimostrato la fattibilità del volo extraterrestre con Ingenuity e preparandosi al debutto di Dragonfly su Titano, la NASA si appresta a rivoluzionare anche l’esplorazione subacquea.
Se il progetto SWIM avrà successo, non solo sorvoleremo mondi lontani, ma ci immergeremo nelle loro profondità, avvicinandoci sempre di più alla possibilità di scoprire forme di vita al di fuori della Terra.
[Credits: NASA]
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