Le profondità marine, da sempre ricche di misteri e di vita, celano ecosistemi estremamente delicati e fondamentali per mantenere l’equilibrio del nostro pianeta. In particolare, le foreste di alghe e le praterie marine rivestono un ruolo cruciale: infatti, offrono habitat essenziali a numerose specie e, allo stesso tempo, contribuiscono in modo significativo alla regolazione del clima globale.
Per poter proteggere questi preziosi tesori naturali, la scienza, oggi più che mai, si avvale di strumenti sempre più sofisticati e innovativi. Un esempio concreto di questa evoluzione è rappresentato dai droni subacquei, che sono al centro di un ambizioso progetto di ricerca italo-croato, al quale partecipa attivamente anche l’Università Politecnica delle Marche.

Droni marini per esplorare foreste e praterie di alghe. La Politecnica delle Marche coinvolta in una ricerca italo-croata sull’ambiente.
Un progetto per la tutela della biodiversità
Il progetto “Brigantine” ha preso ufficialmente il via lo scorso 19 giugno a Udine, in occasione del primo incontro tra i partner del consorzio, che riunisce cinque università e centri di ricerca provenienti da Italia e Croazia. Con una durata prevista di 30 mesi e un valore complessivo di 1.716.687 euro, cofinanziato dall’Unione Europea, l’iniziativa si pone l’obiettivo di mappare e monitorare in modo approfondito sia le foreste di alghe sia le praterie marine dell’Adriatico.
Attraverso l’impiego di droni dotati di telecamere e sensori di ultima generazione, i ricercatori avranno così la possibilità di raccogliere una quantità significativa di dati relativi alla distribuzione, allo stato di salute e ai principali fattori di stress che interessano questi preziosi ecosistemi. In questo modo, sarà possibile ottenere una visione dettagliata e aggiornata delle condizioni ambientali, facilitando la tutela e la gestione sostenibile delle aree marine coinvolte.
I benefici del progetto

Progetto Brigantine: droni subacquei per tutelare le foreste sottomarine.
I risultati di questa ricerca sono destinati ad avere un impatto significativo sulla gestione e sulla conservazione degli ambienti marini. Innanzitutto, una maggiore conoscenza sarà garantita grazie ai dati raccolti: infatti, sarà possibile sviluppare modelli molto più accurati riguardo la distribuzione delle alghe e delle praterie marine, identificando così le aree più vulnerabili e quelle che richiedono interventi prioritari di tutela.
Inoltre, il monitoraggio diventerà decisamente più efficiente. L’utilizzo dei droni subacquei consentirà di effettuare controlli periodici in modo rapido e non invasivo, permettendo di rilevare tempestivamente eventuali cambiamenti negli ecosistemi e di adottare, se necessario, misure correttive mirate.
Tutte queste informazioni saranno fondamentali per promuovere una gestione sostenibile delle risorse marine. I dati raccolti, infatti, permetteranno di elaborare piani di gestione che tengano conto sia della necessità di conservazione sia delle esigenze legate alle attività umane, favorendo un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo.
Il ruolo della Politecnica delle Marche
Il progetto Brigantine, di cui l’Università Politecnica delle Marche è partner strategico, vede un attivo coinvolgimento del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Le attività di ricerca si concentrano sul monitoraggio delle foreste algali e delle praterie marine attraverso l’impiego di sensori avanzati e droni subacquei, sviluppati e assemblati dai ricercatori stessi. Questo approccio multidisciplinare rappresenta un esempio concreto di come la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica possano contribuire alla conservazione degli ecosistemi marini e alla sostenibilità ambientale.
[Credits: Corila]
Leggi anche:
Squali, sicurezza e droni: dagli USA arriva SharkEye
Droni spia alle Olimpiadi di Parigi
Droni antincendio e AI: nasce la piattaforma Mars