Fincantieri e Defcomm: droni marini italiani e innovazione navale
Nel panorama della cantieristica internazionale, l’annuncio del 20 ottobre 2025 segna una svolta: Fincantieri, colosso della navalmeccanica con oltre 230 anni di storia, ha siglato un accordo di co-investimento con Defcomm, giovane realtà italiana specializzata in sistemi unmanned per la sicurezza e la difesa marittima.
L’obiettivo dichiarato è chiaro: sviluppare, industrializzare e portare sul mercato una nuova generazione di droni marini di superficie (USV, Unmanned Surface Vehicles) progettati e prodotti interamente in Italia.
Perché questa alleanza è cruciale per la filiera nazionale
L’intesa, che si inserisce nella strategia di rafforzamento del Polo Tecnologico della Subacquea di Fincantieri (ricavi attesi a 820 milioni di euro nel 2027), risponde a una precisa esigenza di autonomia tecnologica e sovranità industriale. In uno scenario globale segnato dalla crescente instabilità geopolitica e dalla competizione per il controllo delle infrastrutture critiche – porti, pipeline, cavi sottomarini – la capacità di disporre di piattaforme autonome per la sorveglianza, la difesa e l’intelligence marittima rappresenta un asset strategico.
Defcomm, nata come startup deep tech, porta in dote soluzioni già validate su test endurance e long run, con piattaforme di pochi metri capaci di operare sia in modalità autonoma che remota. Fincantieri, dal canto suo, integra queste tecnologie nelle proprie navi madre, creando sinergie che vanno dalla progettazione modulare al controllo da remoto, fino al recupero automatico delle unità in mare aperto.
Innovazione dual-use: applicazioni militari e civili
Il valore aggiunto dell’accordo è la natura dual-use delle tecnologie sviluppate: i droni marini Defcomm possono essere impiegati tanto in missioni militari (pattugliamento, intelligence, protezione di flotte e infrastrutture sensibili) quanto in ambito civile – dalla sicurezza portuale al monitoraggio ambientale, fino alla sorveglianza di piattaforme offshore e parchi eolici marini.
Questo posiziona l’Italia tra i pochi paesi europei in grado di proporre soluzioni integrate per la sicurezza marittima, con un potenziale export che guarda a mercati come Medio Oriente, Mediterraneo orientale e Sud-est asiatico.
Caratteristiche tecniche e prospettive di sviluppo
Le piattaforme USV di Defcomm, secondo quanto emerge da fonti aziendali e testate specializzate, si distinguono per:
- Autonomia operativa: capacità di missioni prolungate (oltre 48 ore) grazie a sistemi propulsivi ottimizzati e intelligenza artificiale per la gestione dei consumi.
- Modularità: possibilità di equipaggiare i droni con payload diversi (sensori radar, telecamere termiche, lidar, sistemi di comunicazione criptata).
- Resilienza: progettazione per operare in condizioni meteo-marine avverse, con scafi rinforzati in materiali compositi.
- Controllo remoto e autonomia: sistemi di navigazione autonomi, integrabili con le sale comando delle navi Fincantieri, e possibilità di intervento manuale in caso di emergenza.
Le esercitazioni operative previste nei prossimi mesi tra Fincantieri e Defcomm saranno decisive per certificare l’interoperabilità delle piattaforme e il loro inserimento in scenari reali, sia per la Marina Militare sia per operatori civili.
Mercato globale e ricadute per l’industria italiana
Secondo le stime di Allied Market Research, il mercato mondiale degli USV è destinato a superare i 2 miliardi di dollari entro il 2030, con tassi di crescita annuale superiori al 10%. L’Italia, grazie a questa alleanza, si candida a diventare hub tecnologico per l’area mediterranea, valorizzando competenze ingegneristiche e manifatturiere e rafforzando la propria autonomia strategica in un settore chiave per la sicurezza nazionale.
Le voci dei protagonisti
“Questa sinergia conferma il ruolo di Fincantieri come motore di innovazione per l’ecosistema industriale navale italiano. Vogliamo anticipare le esigenze di un mercato globale sempre più competitivo e complesso”.
Pierroberto Folgiero, AD di Fincantieri
“Con Fincantieri potremo portare l’Italia ai vertici mondiali dei droni di superficie ad alte prestazioni. La complementarità tra le nostre realtà apre un nuovo dominio tecnologico e industriale”.
Federico Zarghetta, fondatore di Defcomm
Prospettive e criticità: la sfida della filiera nazionale
L’accordo rappresenta una best practice di collaborazione tra grande industria e startup, ma pone anche sfide: dalla necessità di attrarre investimenti in ricerca e sviluppo, alla creazione di una filiera nazionale per l’elettronica di bordo e la sensoristica avanzata, fino alla formazione di nuove competenze.
Cruciale sarà la capacità di integrare queste tecnologie nel quadro normativo italiano ed europeo, garantendo sicurezza, interoperabilità e rispetto degli standard internazionali.
[Credits: Fincantieri]
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Sovvenzioni
Con riferimento all’art. 1 comma 125 della Legge 124/2017, qui di seguito sono riepilogate le sovvenzioni ricevute nell’anno 2022:
Soggetto erogante: Stato Italiano
Contributo ricevuto: 16.398
Causale: Bonus investimenti L.160/19
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