
Droni e IA contro la malaria in Africa: il progetto SORA
Droni e IA contro la malaria: questa innovazione rappresenta una risposta concreta a una delle emergenze sanitarie più gravi dell’Africa subsahariana.
Nel solo 2023, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si sono registrati quasi 600.000 decessi e 263 milioni di nuovi casi, il 95% dei quali concentrati proprio in questa regione. I bambini restano i più esposti e il tasso di mortalità continua a essere allarmante. Oggi, però, una nuova speranza arriva dal Giappone: la start-up giapponese SORA ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria che unisce droni e intelligenza artificiale per prevenire la diffusione della malaria.

SORA Technology sta lavorando attivamente in Africa nella lotta contro la malaria, collaborando con università locali e sviluppando progetti di formazione per talenti nel campo dei droni e dell’IT.
La malaria in Africa: un problema ancora attuale

In alcune aree dell’Africa occidentale, come Ghana e Sierra Leone, è in corso una sperimentazione innovativa per contrastare la malaria, una delle malattie più mortali del Continente.
Nonostante i progressi degli ultimi decenni, la malaria resta una delle principali cause di morte in Africa. Le zanzariere, i farmaci e le campagne di prevenzione sono strumenti fondamentali, ma non sempre sufficienti. La crescente resistenza ai farmaci e agli insetticidi rende indispensabile trovare soluzioni alternative e innovative.
SORA: tecnologia giapponese per una lotta più efficace

SORA Technology ha presentato i risultati del progetto di controllo della malaria durante un evento ufficiale presso la sede JICA (Japan International Cooperation Agency) in Ghana.
La start-up giapponese SORA ha lanciato il progetto “SORA Malaria Control”, un servizio che utilizza droni equipaggiati con sistemi di intelligenza artificiale per individuare e gestire le acque stagnanti, habitat ideale per la riproduzione delle zanzare portatrici di malaria. Il progetto pilota, avviato nel 2022 in Sierra Leone, si è poi esteso in Ghana coinvolgendo istituzioni locali, giovani ricercatori e volontari.
I droni, dotati di telecamere avanzate e software di AI, pattugliano campi, zone umide e rive dei fiumi, identificando le aree a rischio. Una volta individuato un potenziale focolaio, il drone rilascia direttamente sul posto un larvicida, agendo prima ancora che le zanzare adulte possano emergere e trasmettere la malattia.
I risultati nei primi paesi africani: Sierra Leone e Ghana

Il progetto è partito nel 2022 in Sierra Leone e si sta espandendo, coinvolgendo anche attori locali, giovani ricercatori e istituzioni pubbliche.
L’iniziativa ha già mostrato risultati promettenti sia in Sierra Leone che in Ghana. La possibilità di raggiungere zone difficilmente accessibili dal personale sanitario rappresenta un valore aggiunto fondamentale. Inoltre, la collaborazione tra governo, partner locali e comunità scientifica garantisce una diffusione più capillare e un monitoraggio costante.
Oltre alla malaria, questa tecnologia potrebbe essere applicata anche al controllo di altre malattie trasmesse da zanzare e acque contaminate, come la febbre dengue, offrendo una soluzione integrata per la salute pubblica.
I droni di SORA

Dimostrazioni e formazione sull’uso dei droni in Sierra Leone, in collaborazione con la Direzione per la Scienza, la Tecnologia e l’Innovazione e la Njala University.
Il progetto SORA Malaria Control si avvale di droni ad ala fissa progettati internamente, capaci di operare su grandi distanze e con elevata autonomia di volo, caratteristiche fondamentali per il monitoraggio di ampie superfici rurali e territori difficilmente accessibili.
Dotati di sensori multispettrali e telecamere ad alta risoluzione, questi UAV raccolgono dati geospaziali dettagliati che vengono analizzati in tempo reale tramite algoritmi di intelligenza artificiale.
Il sistema AI consente di rilevare con precisione la presenza di micro-corpi idrici, potenziali siti di riproduzione delle zanzare anofele, valutandone profondità, temperatura e altri parametri ambientali. Una volta identificati i focolai, i droni sono in grado di effettuare rilascio mirato di larvicidi, ottimizzando la distribuzione e minimizzando l’impatto ambientale.
L’integrazione tra piattaforma hardware avanzata e software di analisi intelligente rappresenta un modello innovativo e scalabile per la lotta alle malattie trasmesse da vettori in contesti ad alta complessità logistica.
Droni e IA contro la malaria: una soluzione sostenibile?

Sono in corso studi per ampliare ulteriormente queste applicazioni, con l’obiettivo di sviluppare sistemi di sorveglianza sanitaria aerea in grado di prevenire tempestivamente i focolai e offrire un supporto concreto ed efficace alla sanità pubblica.
L’uso dei droni consente di intervenire in modo tempestivo e mirato, riducendo la necessità di grandi quantità di pesticidi o interventi manuali su larga scala. Un esempio concreto arriva da Zanzibar, dove nel 2019 è stata sperimentata l’irrorazione di risaie con un agente biodegradabile tramite droni, ottenendo una riduzione del 90% delle zanzare in un solo mese.
Questa modalità d’azione risulta sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, e potrebbe essere replicata in tutto il continente africano.
Il futuro della lotta alla malaria: innovazione e integrazione

L’obiettivo a livello globale è estremamente ambizioso: eradicare la malaria in almeno 35 paesi entro il 2030. Sarà fondamentale adottare strategie integrate, che includano prevenzione, terapie farmacologiche, vaccini e interventi innovativi come l’impiego dei droni.
La African Union Development Agency ha sottolineato la necessità di approcci innovativi per affrontare la malaria, affiancando ai metodi tradizionali nuove strategie come l’uso di droni e intelligenza artificiale. L’obiettivo dell’OMS è ambizioso: ridurre casi e decessi del 90% ed eliminare la malaria in 35 paesi entro il 2030.
Parallelamente, proseguono le sperimentazioni su vaccini e zanzare geneticamente modificate, ma i dati dimostrano che solo un approccio integrato potrà davvero fare la differenza. Ad esempio, il vaccino testato in Kenya, Malawi e Ghana tra il 2019 e il 2023 ha ridotto l’incidenza della malaria del 13%, mentre i dati sull’impatto dei droni sono ancora in fase di raccolta.
L’integrazione tra tecnologia, intelligenza artificiale e intervento umano apre nuove prospettive nella lotta contro la malaria. Se la diffusione dei droni e la loro applicazione sistematica dovessero confermare i risultati attesi, potremmo essere di fronte a una vera rivoluzione nella salute pubblica africana.
[Credits: Sora Technology]
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